Tema Annuale 2016-2017

SLOGAN E LOGO – ANNO ORATORIO 2016/2017

Punto di partenza della riflessione portata avanti dal Coordinamento Oratori Fermani (COF) in merito al nuovo anno oratoriano 2016/2017 è stata la Lettera Pastorale dell’Arcivescovo di Fermo, S. E. Mons. Luigi Conti. Stimolati dal Suo messaggio ed attenti a quanto accade intorno a noi, nelle nostre parrocchie e nei nostri oratori, l’attenzione che il COF si propone di avere per questo nuovo anno oratoriano è racchiusa nella parola “ACCORGERSI”: accorgersi del Signore che ci cammina a fianco, guardando all’anno pastorale iniziato come ad “un singolare tempo favorevole – un vero e proprio kairòs – per vivere in un rinnovata sequela di Gesù Cristo” (cfr. Lettera Pastorale); accorgersi degli altri, verso i quali mantenere aperte le porte del nostro cuore per essere capaci di accogliere chiunque cerchi misericordia.

Lo Slogan …
Da questa riflessione, lo slogan del nuovo anno oratoriano è: “OCCHI NUOVI … PER ACCORGERSI DI TE !”.

… occhi “nuovi” : grazie all’amore riversato nei nostri cuori dal Signore in questo anno della Misericordia che ormai volge al termine; dall’anno della Misericordia non usciamo uguali a prima, ma rinnovati, cambiati. … accorgersi “di Te” , dove “Te” raccoglie tutto: il Signore, l’amico in oratorio, il povero, l’adulto in difficoltà, te stesso…

… ed il Logo.
Il cuore con le ali: rappresenta la continuità con l’anno passato, durante il quale, stimolati dallo slogan “Rivolti alla gioia … sulle ali della Misericordia!” ci siamo messi in cammino per incontrare il Signore e sperimentare il suo grande amore.

La lente: è lo strumento che ci permette di cogliere i particolari, anche quelli più nascosti. Ingrandendo qualsiasi cosa, possiamo vedere meglio. Il messaggio è chiaro: accorgersi di chi ci sta intorno (e delle esigenze che presenta, anche le più nascoste) per discernere il modo giusto di essere “vicini e presenti”.

Il logo COF e della Arcidiocesi: la presenza dei due loghi sta a significare un cammino oratoriale inserito in un contesto diocesano. Non singoli oratori che operano come “battitori liberi”, ma una “squadra” capace, con il contributo di tutti, di accrescere il bene della diocesi.

IL BRANO BIBLICO (Lc 19, 1 – 10)

1 Entrato in Gerico, attraversava la città. 2 Ed ecco un uomo di nome Zaccheo, capo dei pubblicani e ricco, 3 cercava di vedere quale fosse Gesù , ma non gli riusciva a causa della folla, poiché era piccolo di statura. 4 Allora corse avanti e, per poterlo vedere, salì su un sicomoro, poiché doveva passare di là. 5 Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». 6 In fretta scese e lo accolse pieno di gioia . 7 Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È andato ad alloggiare da un peccatore!». 8 Ma Zaccheo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà dei miei beni ai poveri; e se ho frodato qualcuno, restituisco quattro volte tanto» . 9 Gesù gli rispose: «Oggi la salvezza è entrata in questa casa, perché anch’egli è figlio di Abramo; 10 il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto ».

Perché questo vangelo ?
… al di la del suo essere “capo dei pubblicani e ricco” (come spiega il vangelo), due realtà che, per come erano state vissute dal protagonista, lo avevano “esposto al peccato” salvo poi permettergli di sperimentare con più forza la misericordia ed il perdono del Signore, Zaccheo si dimostra uomo curioso e desideroso di conoscere il Signore: questa curiosità e desiderio di “vedere quale fosse Gesù” dovrebbe caratterizzare e muovere tutti noi.

… sappiamo che c’era molta folla, tanto da spingere Zaccheo a salire sul sicomoro per poter vedere qualcosa, ma questo per il Signore non è stato un problema: fra i tanti che avranno avuto la stessa idea di Zaccheo, Gesù si accorge proprio di lui e lo chiama , invitandosi a casa sua. Il Signore cerca e si apre al dialogo, all’incontro …

… non sappiamo se la “gioia piena” di Zaccheo scaturisce più dalla consapevolezza dell’incontro imminente con una persona speciale (“devo fermarmi a casa tua”) o dal piacere più superficiale ed egoistico di sentirsi protagonista e scelto dal Signore, fatto sta che il vangelo ci parla di accoglienza piena di gioia . Ecco un altro aspetto che dovrebbe caratterizzarci: essere sempre gioiosi nell’accogliere…

… l’incontro con il Signore che si è accorto di Zaccheo e lo ha amato “andando ad alloggiare a casa sua” (seppur per molti era soltanto un “uomo perduto e peccatore” visti i suoi errori) ha permesso al protagonista del vangelo di sentirsi accolto, perdonato, di cambiare vita e vedere tutto con occhi nuovi. Occhi nuovi che gli hanno permesso di compiere scelte importanti (“do metà dei miei beni ai poveri”) e prendere consapevolezza dei propri errori commessi con più o meno consapevolezza (“e se ho frodato qualcuno, restituisco quattro volte tanto”).

… l’ultima frase del vangelo si presenta a noi quasi come un mandato: “cercare e salvare ciò che era perduto”, accorgersi in definitiva di quanti sono intorno a noi per discernere come essere fratelli e sorelle.

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