E’ in uscita il prossimo 21 marzo 2019 nelle maggiori sale cinematografiche il film “La mia seconda volta”, prodotto da Simone Riccioni e distribuito dalla Dominus Production di Federica Picchi (la stessa che ha distribuito il film “Cristiada”)
Un film che parla di giovani, di ecstasy e del pericolo nascoso dietro il suo utilizzo.
Essendo Simone Riccioni (attore e produttore) un giovane della nostra Arcidiocesi di Fermo, lo abbiamo contattato per farci raccontare qualcosa in più di questo nuovo lavoro.
Ciao Simone, grazie per questa tua disponibilità a dedicarci del tempo per una chiacchierata.
Grazie a te don, grazie al Coordinamento Oratori Fermani per questa opportunità che mi sta dando e grazie a tutti coloro che dedicheranno del tempo per leggere il prodotto di questa nostra chiacchierata.
Un saluto speciale lo rivolgo ai ragazzi/e ed ai giovani che “vivono” l’oratorio ed a tutti gli animatori/educatori.
Noi dell’Arcidiocesi di Fermo ti conosciamo già in quanto sei di Corridonia, ma ti chiedo di dirci due parole su di te…
Mi chiamo Simone Riccioni, come hai ricordato tu vivo a Corridonia insieme alla mia famiglia (papà, mamma, un fratello ed una sorella) ma sono nato in Uganda il 5 settembre del 1988 mentre i miei genitori erano in missione come volontari laici per conto dell’AVSI. Arrivo in Italia a 10 anni e intorno ai 15 anni inizio i primi spettacoli teatrali parrocchiali con i Salesiani di Macerata. Ho giocato a basket nelle giovanili della Sutor Montegranaro militante in serie A. Da li inizia un percorso in salita ( con qualche gratificazione, sono sincero ) fatto di studio, impegno, sacrifici per poter dare vita ad un mio sogno: diventare attore e produttore.
Secondo me, mi odierai, ma … “Svizzero… ??”
(ride). Sapevo avresti tirato fuori questa cosa della pubblicità. Ma non ti odio, il buon Dio mi dice di amare i miei nemici !!!
Scherzi a parte… si, fra le cose belle che ho potuto fare prima dei tre film da me prodotti e che mi vedono come attore e produttore (“Come saltano i pesci”, “Tiro libero” e “La mia seconda volta”) ci sono state molte fiction (l’ultima in onda adesso, “Che Dio ci aiuti 5”), qualche altro film e delle pubblicità, fra cui quella che ricordavi tu, nella quale per molto tempo mi avete visto scalare una montagna in compagnia di una ragazza ed una barretta di cioccolato!
Hai parlato di spettacoli parrocchiali presso i salesiani di Macerata…
Si, potrei quasi dire che tutto è nato li. La voglia di teatro, la passione per la recitazione l’ho sempre avuta nel cuore, ma frequentare quel posto è stato un modo per farmi crescere ed incanalare le mie passioni nel verso giusto. Conservo un bel ricordo di quei momenti trascorsi dai salesiani, dove alternavo momenti più ludici a momenti più formativi. Gioco, animazione e preghiera. Davvero un bellissimo ambiente che auguro a tutti di trovare e dove sentirsi a casa.
Conosci la realtà degli oratori dell’Arcidiocesi ? Ed il C.O.F. (che non è un colpo di tosse…)?
Non è un colpo di tosse ? Ed io che ho sempre creduto lo fosse … (ride).
Torniamo seri: si certo, conosco il coordinamento e so che svolge un buon lavoro per mettere sempre più e sempre meglio in rete gli oratori presenti nel territorio della diocesi di Fermo, offrendo occasioni di incontro, formazione, preghiera. So anche che nel territorio diocesano sono presenti numerosi oratori, vissuti dai ragazzi e dai giovani come luoghi di ritrovo ed importanti punti di riferimento. Penso che il lavoro svolto da ogni oratorio, ognuno con la propria proposta educativa, sia un contributo fondamentale alla crescita sana dei nostri giovani!
Focalizziamoci sui giovani. Hai realizzato già due film trattando temi importanti (come la disabilità).
Anche questo terzo lavoro, tratta un tema importante tra i giovani.
Ti va di parlarcene ?
Si certo. Innanzitutto due parole sul titolo, “La mia seconda volta”: un titolo semplice e forte allo stesso tempo che ci comunica subito la possibilità di migliorarci, correggere ciò che non va per dare vita ad una nuova realtà. Uscirà il prossimo 21 marzo nei cinema e tratta un tema di grande attualità: l’uso di droghe fra i giovani. Racconta la storia vera di Giorgia Benusiglio, che nel lontano 1999 con alcuni amici decise di assumere mezza pastiglia di ecstasy dicendo si a qualcosa che le ha mandato in necrosi il fegato in soli 7 giorni (epatite tossica fulminante).
Riuscirà a salvarsi solo grazie ad un trapianto di fegato.
Una storia forte, che vuole gridare a tutti il pericolo nascosto dietro l’assunzione di droghe…
Proprio così. Non possiamo rimanere in silenzio, e per quello che posso, ho cercato di mettere in campo le mie capacità e disponibilità per dare vita ad un film (La mia seconda volta, appunto) ed un progetto nelle scuole ( Cineducando ) attraverso i quali parlare di un tema troppo comune fra i giovani e che non dobbiamo sminuire. Mezza pasticca di ecstasy può ucciderti. Va detto.
I giovani vanno aiutati a capire, devono avere tutte le informazioni giuste per essere davvero liberi di decidere, e non imbeccati da chi con la droga vuole arricchirsi nascondendo i rischi ed i pericoli. Insieme a Federica Picchi della Dominus Production ed a Giorgia Benusiglio, come dicevo prima abbiamo dato vita ad un progetto che ci porterà nelle scuole a fare incontri, dibattiti, dialogare e metterci in ascolto dei giovani.
Spiegaci la tecnica del kintsugi, che già nel trailer del film possiamo vedere…
Il kintsugi è l’arte giapponese di riparare la ceramica. Rompendosi “in mille pezzi”, la ceramica prende nuova vita attraverso le linee di frattura dell’oggetto, che diventa ancora più pregiato proprio grazie alle sue cicatrici. Quest’arte prescrive l’uso di un metallo prezioso (oro o argento liquido…) per riunire i pezzi di un oggetto rotto, esaltando le nuove nervature create (di fatto, impreziosendole). L’arte di abbracciare il danno, di non vergognarsi delle ferite, è la delicata lezione simbolica suggerita da questa antica arte giapponese. Ci ricorda che c’è una alternativa all’istinto di buttare via qualcosa che si rompe, che sembra non possa servire più a niente. Imparando dai nostri sbagli e ripartendo dalle nostre ferite impreziosite dall’amore, possiamo tutti rialzarci e vivere la nostra “seconda volta”, senza farci frenare dalla vergogna o dal peso del giudizio.
Ok. Ti lascio libero di continuare con i tuoi mille impegni.
Grazie ancora del tempo che ci hai dedicato. Vuoi salutarci con un ultimo pensiero/invito ?
Beh si, innanzitutto vorrei ringraziarvi ancora per questo “spazio” che come COF mi avete offerto. È un modo per diffondere ancora di più il messaggio di prevenzione che con questo film vorrei far arrivare a tutti i giovani. Invito tutti al cinema a vedere questo mio ultimo lavoro e colgo l’occasione per rinnovare ai giovani l’invito a bussare alla porta (sempre aperta) dell’oratorio: non è uno spazio dal quale prendere le distanze in quanto, secondo alcuni, forse “troppo di chiesa”; anzi, è un posto dove sentirsi a casa, dove trovare occasioni di crescita e trovare persone che ci dedicano del tempo perché, in fondo, ci vogliono un bene dell’anima.
Ci vediamo al cinema il 21 marzo !
Simone Riccioni
Maggiori info:
FB “La mia seconda volta”, “Giorgia Benusiglio – prevenzione droghe”
https://www.dominusproduction.com/film/la-mia-seconda-volta.html